Bruno de Finetti: una “beautiful mind” in Generali

11 Febbraio 2022

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Bruno de Finetti (Innsbruck, 13 giugno 1906 – Roma, 20 luglio 1985) è stato un brillante matematico, attuario, professore, scienziato e filosofo italiano, con un ruolo importante anche in Generali.

Numerose sono le testimonianze conservate presso l’Archivio Storico che raccontano della sua presenza in azienda, come il suo fascicolo personale, pubblicazioni interne e materiale fotografico.

Il suo rapporto di lavoro con la Compagnia ha inizio nell’agosto 1931 presso il ramo vita della Direzione centrale di Trieste, con l’incarico di attuario, sulla base di un contratto che prevedeva alcune libertà accessorie per gli innumerevoli impegni scientifici che aveva già alla sola età di 25 anni (tra questi il lavoro con l’Istituto Centrale di Statistica di Roma, i rapporti di scambio scientifico e intellettuale con il gruppo riunito intorno al fisico Enrico Fermi, gli studi che nel 1930 lo portarono all’esposizione completa della teoria della probabilità e la libera docenza universitaria di analisi matematica).

A partire dal 1932 fu destinato a progetti di natura non solo teorica: grazie al suo contributo venne istituito presso Generali il primo centro elettrocontabile basato sull’utilizzo delle macchine Hollerith (la futura IBM) a schede perforate, che segnarono l’inizio della modernizzazione e della razionalizzazione del lavoro in tutto il mondo, rendendo possibili cambiamenti che poi furono superati solo dall’avvento del personal computer. Dapprima riservate al ramo vita, nel giro di pochi anni l’utilizzo delle apparecchiature venne esteso ad altri uffici, fino a divenire progressivamente irrinunciabile per tutti i reparti. Attraverso la sua supervisione e coordinamento, questo servizio continuò a essere migliorato anche negli anni successivi, per trasformarsi di pari passo con il progresso tecnologico. Da quello che nel 1938 divenne il “Reparto Hollerith”, un vero e proprio centro meccanografico autonomo e baricentrico per tutte le elaborazioni dati, nascerà negli anni settanta il Centro Elaborazione Dati (CED) di Generali.

Un’altra attività fondamentale di de Finetti in Compagnia si sviluppò sul piano della ricerca scientifica, che si rifletté nella partecipazione e collaborazione all’organizzazione di importanti convegni nazionali e internazionali, come il II congresso nazionale di scienza delle assicurazioni tenutosi a Trieste nel 1931 e il X congresso internazionale degli attuari a Roma nel 1934 (vi parteciparono oltre millecinquecento rappresentanti di quaranta nazioni).

Presso l’Archivio Storico si ritrovano anche alcune testimonianze di natura più “privata”, che raccontano di un importante rapporto di amicizia e di parentela con un altro insigne collaboratore della Compagnia: Antonio Marussi, che sposò la sorella di Bruno de Finetti, Dolores. Della loro grande vicinanza intellettuale e affettiva si ritrovano tracce in alcuni disegni e lettere scambiati tra i due nella seconda metà degli anni trenta del Novecento. Queste carte fanno emergere un talento che entrambe le famiglie avevano nel sangue: quello per il disegno. I loro rispettivi zii paterni, Gino de Finetti e Piero Marussig, furono infatti apprezzati pittori. Gino de Finetti, in particolare, è legato alla storia della Compagnia perché autore del disegno del mosaico raffigurante il Leone all’ingresso della galleria Protti di palazzo Piacentini a Trieste.

Parallelamente al lavoro per Generali, de Finetti svolse anche attività di docente universitario di analisi matematica, calcolo delle probabilità, matematica finanziaria e attuariale per le Università di Padova e di Trieste e per La Sapienza di Roma. Per questi impegni, Generali gli riconobbe una notevole libertà di movimento e col tempo il suo divenne un libero contratto di consulenza, che durò a lungo, dal 1948 fino al 1979.

Al mondo delle assicurazioni diede un importante contributo anche in termini didattici, collaborando con l’Istituto per gli Studi Assicurativi (ISA), la scuola di formazione e di perfezionamento nata nel 1945 per impulso delle compagnie triestine di assicurazione e collegata all’Università allo scopo di formare una nuova classe di tecnici altamente qualificati per la ricostruzione del dopoguerra. Le sue pubblicazioni comprendono quasi quattrocento titoli nell’arco di cinquant’anni e riguardano temi che spaziano dall’economia teorica all’economia matematica, all’epistemologia. A de Finetti è legata anche l’invenzione del codice fiscale.

Definito matematico scomodo per il suo anticonformismo e il suo senso di libertà (Fulvia de Finetti, Luca Nicotra, Bruno de Finetti: un matematico scomodo, Livorno, Belforte Editore Libraio, 2008), de Finetti rifuggiva ogni forma di astrazione e vedeva il suo ruolo di scienziato e ricercatore al servizio dell’impegno civile e del progresso.

Fu attivo anche sul fronte della riforma dell’insegnamento della matematica nella scuola media e superiore, a sostegno di una didattica più moderna e indirizzata allo sviluppo di un pensiero critico autonomo.

Numerosi furono i riconoscimenti in Italia e all’estero (tra questi, la laurea honoris causa in economia dall’Università Luiss di Roma, la nomina a fellow della Econometric Society e quella a socio corrispondente dell’Accademia Nazionale dei Lincei) e le collaborazioni con organizzazioni internazionali, come il CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche), il CEA (Comité Européen des Assurances) e il Centre International de Formation Européenne (CIFE), sorto per promuovere nelle giovani classi dirigenti la consapevolezza dell’unità europea.

Per approfondimenti su Bruno de Finetti: M. MARIZZA, Bruno de Finetti e le Assicurazioni Generali, in Generali nella Storia. Racconti d’Archivio. Novecento, Venezia, Marsilio, 2016, pp. 170-175; A. MILLO, Bruno de Finetti, ibid., pp. 176-181.