Il patrimonio immobiliare di Generali in foto
22 Novembre 2024
La foto: affascinante fonte d’archivio, forse la più suggestiva per le sue implicazioni non solo iconografiche, ma soprattutto emozionali grazie agli stimoli visivi e percettivi che trasmette, restituendo con vivida oggettività il mondo “com’era”, in molti casi utile per un immediato confronto con il “com’è” oggi. Per questo motivo, fondamentale è il rapporto della fotografia con altre importanti discipline come l’architettura, sia per le testimonianze sia per la progettazione e costruzione dell’immagine.
Lo scatto artistico del fotografo Massimo Gardone che reinterpreta l’immagine della “città di Generali” realizzata del cartellonista triestino Pollione Sigon per il manifesto pubblicitario della Compagnia del 1935, offre uno spunto di riflessione sull’uso di fotografie di ambienti, architetture e paesaggi commissionate da Generali negli anni, sovente a importanti studi fotografici locali e veneti (Wernigg, Franceschinis, Pozzar, Giacomelli, Ferruzzi per citarne alcuni) ed esprime la varietà di scatti conservati con le relative finalità: editoriali, pubblicitarie, documentaristiche e omaggistiche.
L’Archivio Generali conserva un’interessante raccolta storica di fotografie. Una categoria ben documentata sia a livello di conservato sia a livello di pubblicazioni è quella relativa appunto, al patrimonio immobiliare.
Gli stabili urbani e le aziende agricole possedute dalla Compagnia in Italia e all’estero concorrevano a costituire i fondi di garanzia, una tra le voci di bilancio più importanti che, con l’ampliarsi del giro di affari e l’impegno finanziario conseguente, si fece sempre più dettagliata nella sua descrizione anche visiva come nelle pubblicazioni annuali suppletive alle relazioni di bilancio (1935-1943) e negli inserti sulla proprietà immobiliare e agricola a corredo dei bilanci (1949-1970).
Queste pubblicazioni motivano la conservazione di album veri e propri, che attestano le varie fasi di avanzamento lavori, in particolare di palazzi di proprietà e il modus operandi nel campo dell’edilizia ovvero le tecniche di fabbricazione, e di materiale sciolto finalizzato a pubblicazioni di settore.
Il centenario delle Assicurazioni Generali, edito dalla Compagnia nel 1931, dedica un intero capitolo alla proprietà urbana e agricola, offrendo la prima panoramica (e il nucleo della raccolta fotografica) sui palazzi storici più iconici di proprietà: palazzi che hanno segnato negli anni il costante impegno di Generali nell’investimento immobiliare, non esclusivamente luoghi di lavoro e di rappresentanza ma anche destinati all’edilizia residenziale.
Coeva la pubblicazione di un album, o meglio di una raccolta di stampe, realizzata probabilmente a fini omaggistici (sulla copertina è impresso lo slogan che ha animato i festeggiamenti per il Centenario dalla fondazione: Novo incepto saeculo), che ben sintetizza gli investimenti immobiliari più importanti della Società, e soprattutto il pensiero del direttore (poi presidente) di Generali Marco Besso, che negli anni ottanta dell’Ottocento diede avvio alla politica patrimoniale della Compagnia, come egli scrisse nella sua Autobiografia «… così volli, dico, che le Assicurazioni Generali scegliessero le più cospicue posizioni nelle nostre maggiori città per costruirvi le proprie sedi, decorate tutte dal nostro caro Leone».
Rimanendo nel campo dell’editoria, fondamentali sono le due edizioni La proprietà immobiliare urbana e agricola pubblicate sempre a cura della Compagnia nel 1951 e nel 1963, aggiornamento e approfondimento delle opere precedenti sia per quanto concerne le nuove acquisizioni che il corredo iconografico a giustificazione dei relativi positivi conservati in Archivio.
Altro materiale fotografico conservato a seguito di campagne fotografiche commissionate a fini editoriali riguarda le monografie dedicate alle sedi storiche di Generali in Italia come palazzo Carciotti e Stratti a Trieste, palazzo Cordusio a Milano, palazzo Venezia a Roma e le Procuratie Vecchie a Venezia o la tenuta agricola di Ca’ Corniani a Caorle (Venezia).
In anni recenti quest’ultimi due siti sono stati al centro di importanti progetti di valorizzazione, e ristrutturazione, ai quali sono state dedicate due nuove pubblicazioni ricche di foto, che testimoniano gli interventi svolti, conservate nella digital library dell’Archivio.
Preziose sono le foto conservate di interni scattate in occasioni istituzionali particolari come giubilei carrieristici o momenti importanti per la storia della Compagnia: oltre a restituire i volti a nomi conosciuti, danno anche contezza degli arredi, dei decori o degli spazi che sono stati poi ammodernati nel tempo.
Foto singole o raccolte in album sono testimoni dell’uso, e del riuso in alcuni casi, dello scatto fotografico per finalità diverse ma sempre utili per ricostruire nel tempo “la città di Generali”. Quella città immaginata nella sua interezza, ma reale nell’unicità, dei singoli palazzi ritratti e poi accostati gli uni agli altri nell’opera di Arrigo Russi dei primi anni trenta del Novecento, utilizzando verosimilmente gli scatti effettuati per il volume sul Centenario della Compagnia e la raccolta Novo incepto saeculo.
Una città “metropolitana” che abbraccia tutte le piazze di attività di Generali nel mondo, ma ha le sue solide basi nella città dove Generali fu fondata nel 1831, Trieste, la quinta di piazza dell’Unità d’Italia e il colle di san Giusto. Una città che ha trovato poi perfetta sintesi nel manifesto di Pollione Sigon e nuova veste artistica nello scatto di Massimo Gardone.