Il rapporto tra la “settima arte”, come venne definita la cinematografia dal critico Ricciotto Canudo nel 1921, e Generali ha una storia quasi centenaria, risalente alla nascita o meglio rinascita dell’industria cinematografica italiana degli anni trenta del secolo scorso.
Infatti, il cinema italiano ha una storia ricca e affascinante che risale alla fine del XIX secolo. Dopo una prima battuta d’arresto alla fine della prima guerra mondiale, che permise a Hollywood di diventare il centro mondiale della produzione cinematografica, con l’introduzione del sonoro negli anni venti e la nascita di Cinecittà nel 1937, il cinema italiano visse una nuova fase produttiva.
Una nuova fase che si accompagnò anche a una rivisitazione e ampliamento dell’offerta assicurativa sempre più attenta alle esigenze e alle sofisticazioni del mercato.
Diverse sono le fonti conservate presso l’Archivio Storico di Generali che ci aiutano a ripercorrere le tappe fondamentali di questo lungo rapporto.
Negli anni trenta si attestano le prime testimonianze di assistenza assicurativa offerta al settore da parte della Compagnia: la rivista aziendale il «Bollettino» del marzo 1936 pubblica le foto del rovinoso incendio che ha colpito gli stabilimenti della Cines a Roma e la relativa lettera di ringraziamento da parte dell’azienda stessa, una delle prime e storiche case cinematografiche italiane.
Si inizia a pensare a offerte assicurative più complesse in linea con l’evolversi di un’arte artigianale in una industria vera e propria: infatti si propongono coperture legate ai rischi industriali, come si legge nelle circolari delle Direzione veneta di metà anni trenta, e più in generale si partecipa alla creazione di consorzi che si occupavano di fornire coperture assicurative specifiche per il settore cinematografico e audiovisivo, quali la Filmausfallversicherung attiva in Germania o il Consorzio Italiano Assicurazioni Cinematografiche, offrendo una gamma di servizi assicurativi per proteggere le produzioni cinematografiche in toto da vari rischi come danni alle attrezzature, responsabilità civile, coperture infortuni per il cast, la troupe e tutte le maestranze coinvolte. In questo senso nel 1941 si giunse a un accordo tra il Consorzio e la Federazione degli industriali dello spettacolo per regolare l’offerta.
Le assicurazioni contro gli infortuni e la responsabilità civile per i film sono diventate poi comuni negli anni cinquanta, parallelamente alla crescita dell’industria cinematografica, così come le assicurazioni sui film, conosciute anche come “completion bonds” o “completion guarantees”, nate negli Stati Uniti. Queste forme di assicurazione sono state introdotte per proteggere i produttori e gli investitori dai rischi finanziari associati alla produzione cinematografica come gli incidenti sul set e le possibili cause legali (si poteva assicurare un film anche contro il rischio censura); in particolare queste ultime garantiscono che un film venga completato e consegnato entro il budget e i tempi stabiliti.
Nel «Bollettino» queste nuove proposte (la Compagnia propose la polizza “Globale Cinematografi”) vengono debitamente pubblicizzate associandole alle grandi produzioni della Metro-Goldwyn-Mayer girate a Cinecittà come i film Quo vadis di Mervyn LeRoy del 1951 e Ben Hur di William Wyler del 1959. Così come gli attori e i registi della Galleria degli assicurati Generali: Vittorio Gassmann, Renato Rascel, Marcello Mastroianni, Catherine Spaak, Ugo Tognazzi, Bud Spencer, Federico Fellini, per citarne alcuni.
Anche la documentazione tecnica prodotta da rami e servizi, quali il Vita e l’Immobiliare, offre uno spunto d’indagine interessante. Si trova notizia, per esempio, che alla fine degli anni sessanta del secolo scorso venne prodotto un contratto collettivo di assicurazione vita per la 20th Century Fox o che nel corso del tempo Generali ha posseduto o assicurato numerosi cinema in Italia e all’estero ricordati, in alcuni casi, per l’eleganza e la modernità delle attrezzature e per gli scatti d’epoca conservati. Due nomi su tutti: il cinema san Marco a Venezia, in salizada san Moisè nei pressi di piazza San Marco, inaugurato il 2 febbraio 1940, e il cinema Palladium a Varsavia. Quest’ultimo, inaugurato il 21 ottobre 1937, fu anche coinvolto nelle vicende dell’insurrezione della città contro i tedeschi nel 1944.
Infine, negli anni sessanta Generali fu promotrice a Trieste di una rassegna internazionale di film assicurativi prodotti dalle associazioni nazionali degli assicuratori di diversi paesi europei ed extraeuropei, offrendo un panorama significativo dei criteri che ispiravano, in alcuni importanti mercati assicurativi stranieri, l’opera di informazione del pubblico in merito alle finalità e al funzionamento del servizio, e l’importanza e l’ampiezza dell’offerta.
Dalla promozione alla produzione il passo fu breve. Verso la fine degli anni ottanta, venne costituito internamente a Generali il Centro produzione audiovisivi.
In circa quindici anni di attività, il Centro realizzò – oltre a vari filmati su temi assicurativi in senso stretto – numerosi prodotti a carattere storico e artistico che ottennero significativi riconoscimenti come il Grand Prix assegnato nel 1994 al film Marco Besso, storia di un presidente, in occasione della Settimana della comunicazione d’impresa. I diritti del video Maria: preghiera della Chiesa, edito in sei lingue e trasmesso dalle televisioni di vari paesi, vennero devoluti a un fondo per il restauro della basilica di Santa Maria Maggiore a Roma; il cortometraggio La memoria scritta, realizzato in collaborazione con l’allora Ministero per i beni culturali e ambientali, venne diffuso in settemila scuole italiane per spiegare agli studenti l’importanza del patrimonio librario.
Alcuni filmati vennero realizzati per ricordare episodi della storia di Venezia: i drammatici momenti vissuti dalla comunità ebraica locale all’epoca della Shoah, l’alluvione del 1966 oppure il recupero dei due bassorilievi del Canova di proprietà della Compagnia dall’atrio del cinema San Marco. Altre opere, infine, realizzate in occasione di importanti mostre d’arte sponsorizzate da Generali, ripercorrono l’attività di grandi maestri della pittura italiana.
Un’attenzione per il mondo del cinema dettata non solamente da esigenze di mercato, ma anche dalla passione di Generali per questa forma d’arte. È noto che Giuseppe Volpi di Misurata, anche presidente di Generali nel 1938-1943, sia considerato l’ideatore della Mostra internazionale del cinema di Venezia: nel 1932 organizzò nel capoluogo veneto la prima Esposizione internazionale d’arte cinematografica, che ancora oggi assegna la Coppa Volpi ai migliori attori. Una passione immortalata in alcuni scatti d’epoca conservati in Archivio, come la visita di Charlie Chaplin presso la sede della Direzione veneta della Compagnia alle Procuratie Vecchie, nel 1972, in occasione della 33° edizione della Mostra e la consegna dei Leoni di san Marco dedicata ai maestri del cinema.