I Gessi del Canova per la prima volta in mostra al Museo Bailo di Treviso

20 Maggio 2022

Cosa c'è di nuovo Generali Patrimonio artistico

In mostra con altre 200 opere i due bassorilievi del Patrimonio artistico di Generali

I preziosi gessi di Antonio Canova appartenenti alla collezione Generali per la prima volta lasciano la sede Generali di Trieste per essere esposti nella retrospettiva “Canova gloria trevigiana: dalla bellezza classica all’annuncio romantico”, aperta al pubblico dal 14 maggio al 25 settembre a Treviso.

Un’occasione unica per ammirare le due opere del grande maestro trevigiano abitualmente non accessibili al pubblico perché collocate nella Foresteria di Palazzo Stratti a Trieste. La serie dei bassorilievi in gesso, recentemente sottoposta a restauro, nelle parole di Giuseppe Pavanello, massimo esperto internazionale del Canova, viene a inscriversi in quella che si può definire una produzione seriale, “e pure in questo Canova rivela caratteri che contribuiscono a indicarlo come il primo artista moderno”.

Si tratta di due opere di grandi dimensioni (141 x 280 cm), di peso significativo (300 kg ciascuno) raffiguranti due diversissimi soggetti tratti dall’Eneide e dall’Odissea, l’uno – realizzato dall’artista tra il 1787 e il 1790, raffigurate “La morte di Priamo”; il secondo, datato al biennio immediatamente successivo, raffigurante “La danza dei figli di Alcinoo”.

La morte di Priamo” rappresenta l’episodio descritto da Virgilio nel II canto dell’Eneide. Canova rappresenta al centro Pirro, figlio di Achille, che, afferrato per i capelli il vecchio re di Troia, sta per ucciderlo, nonostante due donne tentino di trattenerlo. Ai due lati, a sinistra la vecchia Ecuba svenuta, sorretta da un’ancella, e a destra la figlia Cassandra, con le braccia disperatamente tese verso il cielo e Andromaca, vedova di Ettore, che nasconde tra le braccia per proteggerlo il piccolo figlio Astianatte. La presenza, disteso in primo piano, del corpo nudo di un altro figlio di Priamo, il giovane Polite, lascia presagire l’epilogo della storia narrata.

Ne “La danza dei figli di Alcinoo”, invece, la scena rappresentata si ispira all’VIII canto dell’Odissea di Omero: al centro Alio e Laodamante, figli di Alcinoo, re dei Feaci, che ballano mentre con un velo formano sopra di loro un cerchio. Danzano sul ritmo della musica suonata sulla cetra dal cieco Demodoco, seduto a sinistra, dietro un gruppo di figure festanti, mentre dal lato opposto è rappresentato Alcinoo seduto in trono tra la moglie Arete e la figlia Nausicaa, con lo sguardo rivolto a Ulisse collocato in piedi all’estrema destra.

Per la realizzazione delle opere, Canova ha scelto la madreforma, forma da getto la cui parte interna è modellata secondo la forma da dare al gesso che vi sarà gettato.

La mostra è curata da Fabrizio Malachin, Giuseppe Pavanello e Nico Stringa.