Il ramo spazio ebbe origine come ufficio interno al ramo aviazione, a sua volta nato come sezione del ramo trasporti. Già intorno alla metà degli anni venti del Novecento, Generali si occupava delle prime coperture aeronautiche e nei primi anni trenta era ormai in funzione un ramo aeronautico a tutti gli effetti.
A partire dal 1960 la compagnia rivolse audacemente il proprio interesse a un nuovo tipo di rischi, quelli aerospaziali, ritenuti un settore in fervido sviluppo e che poneva nuove sfide agli assicuratori. Su richiesta del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR), nel 1964 venne così fornita l’assicurazione al progetto “San Marco”. Il programma, ideato da Luigi Broglio, considerato il padre dell’astronautica italiana, e realizzato in cooperazione con gli americani, consentì all’Italia di essere tra le prime nazioni al mondo, dopo Unione Sovietica e Stati Uniti, a inviare in orbita un proprio satellite.
Fu però nel 1977 che Generali entrò a pieno titolo nel campo delle assicurazioni spaziali, in occasione del lancio da Cape Canaveral del Sirio, satellite italiano per telecomunicazioni su bande ad altissima frequenza. Nel giro di alcuni anni dopo quell’evento, Generali divenne una delle compagnie leader nel settore. Nel 1978 all’interno del ramo aviazione venne costituito l’ufficio tecnico rischi spaziali, che nel 1991 divenne ramo indipendente, dato il volume d’affari e il grado di competenze raggiunti.
Uno dei fattori fondamentali di crescita fu la scelta di puntare sempre su un elevato livello della formazione tecnica del personale, che da tradizionale assuntore di rischi divenne anche efficace consulente in funzione preventiva.
La posizione raggiunta portò la compagnia a seguire da vicino molte imprese importanti, i costanti e rapidi progressi tecnologici e anche i grandi disastri nel campo aerospaziale, come la tragedia dello Space Shuttle Challenger del 1986. Numerosissimi furono i contatti e gli scambi di visite con rappresentanti di altre compagnie di assicurazione, agenzie governative e tecnici dell’industria spaziale di tutto il mondo. Proprio in quegli anni iniziò anche la collaborazione con Cina e URSS, in un clima di crescente apertura politica ed economica. Rappresentanti di Generali furono tra i primi occidentali a visitare il cosmodromo sovietico di Bajkonur e la cooperazione con l’agenzia spaziale russa Glavkosmos fu tale, che nel lancio del 5 settembre 1989 sulla navetta Soyuz venne data la possibilità di applicare il marchio con il leone alato.
Generali assicurò Franco Malerba, il primo astronauta italiano della storia, che prese parte alla missione spaziale STS-46 nel 1992 a bordo dello space shuttle Atlantis.
La compagnia svolse anche un ruolo centrale nel promuovere iniziative di notevole spessore scientifico, di scambio e confronto di conoscenze fra le diverse parti interessate a questo settore, organizzando convegni internazionali (il primo ebbe luogo a Trieste nel 1979) che coinvolsero agenzie spaziali, costruttori, società di telecomunicazione, compagnie di assicurazione e di brokeraggio, con un numero sempre maggiore di partecipanti, tanto che nell’appuntamento del 2001 si registrarono più di cinquecento delegati da oltre trenta nazioni.
L’interesse di Generali per i rischi spaziali non fu episodico, ma, come affermò Enrico Randone, presidente della compagnia dal 1979 al 1991, rispondeva “ad una precisa scelta operativa, intonata alla filosofia aziendale di un’impresa che vuole vivere nel suo tempo” e fiduciosa nei progressi futuri, nonostante si trattasse di un mercato dall’andamento fortemente altalenante, con incassi elevati controbilanciati da sinistri estremamente pesanti. Il suo originario spirito pionieristico (prima dei rischi spaziali, fu la volta del ramo grandine) le ha consentito di essere all’avanguardia sia dal punto di vista tecnico-assicurativo che socio-economico, riconoscendo proattivamente i nuovi trend di mercato che esprimono i bisogni di sicurezza, protezione e prevenzione delle persone e riuscendo così a essere un punto di riferimento per qualsiasi tipo di necessità, anche straordinaria come nel caso delle imprese astronautiche, prefigurandosi già allora come partner di vita per tutti i suoi assicurati.