Quando l’assicurazione è un gioco da ragazzi
07 Giugno 2019
L’arte del risparmio e della previdenza insegnata ai bambini: in formato 55 x 43 cm e colori pastello Il Giuoco del piccolo previdente anni trenta del Novecento dell’Istituto nazionale delle assicurazioni è una piccola meraviglia.
Il gioco da tavolo era pensato per i bambini degli assicurati INA e Assitalia, con un intento pedagogico oltre che pubblicitario, perché insegnava appunto l’importanza della previdenza. Tirando con i dadi speciali che si potevano chiedere alle agenzie generali in tutta Italia e al Comitato di propaganda delle assicurazioni popolari di Milano – ma solo di persona e non per iscritto, come si specifica sul numero della rivista «La Buona Semente» del dicembre 1933, che contiene allegato il gioco – si avanzava sulle caselle con i nomi degli enti di risparmio e si indietreggiava su quelle che potevano invece indurre a spendere i propri risparmi.
Al centro del gioco sono disegnati due bambini che inseriscono una moneta nell’orologio salvadanaio che all’epoca l’INA, ma anche altre assicurazioni, come le Generali, regalavano a chi stipulava una polizza popolare.
Negli anni sessanta l’INA realizzò altre due versioni di questo speciale gioco dell’epoca, coloratissime e quasi in stile cartoon [figg. 3-4]. Leggermente diverse tra loro, entrambe più grandi del Giuoco del piccolo previdente, sembrano quasi rifarsi alla moderna arte del risk management, che consiste proprio nello studio delle conseguenze e non delle probabilità di rischio, la capacità quindi di sopravvivere quando gli eventi si svolgono in modo differente rispetto a quanto sperato e atteso (una delle due si intitola proprio Il circuito dei rischi). Non sono datate ma il riferimento alla responsabilità civile auto, che in Italia diviene obbligatoria per legge nel 1969, le colloca in quel torno d’anni.
La tombola ha una storia antica. Con il lotto e il gioco dell’oca ha in comune la sfida della sorte, con la combinazione dei numeri sui dadi che stabilisce premi e punizioni. L’aneddoto narra che la tombola abbia origini napoletane: nel 1734, a seguito di un diverbio scoppiato tra Carlo III di Borbone e il frate domenicano Gregorio Maria Rocco riguardo alla richiesta della Chiesa di sospendere il gioco del lotto nel periodo natalizio, i napoletani reagirono inventando la tombola, una versione casalinga del lotto, per continuare a divertirsi durante le feste. Il gioco dell’oca sembra risalire anche più indietro nel tempo: lo inventarono i Templari ispirandosi al Cammino di Santiago nell’XI secolo, perché nel Medioevo l’oca era simbolo dell’aldilà e guida dei pellegrini, come nella cultura classica l’oca e il cigno erano simbolicamente relazionati alla saggezza e all’iniziazione dei giovani.