Le molte pubblicazioni medico-sanitarie dell’INA

25 Maggio 2021

Fin dalle sue origini nel 1912 l’Istituto Nazionale delle Assicurazioni predispose, nell’organizzazione dei propri uffici, la costituzione di una struttura medico-sanitaria per la propria attività assicurativa: allo scopo venero nominati tre medici consulenti con l’incarico di organizzare il futuro ufficio medico e due di essi furono inviati a Parigi, presso la sede della New York Life, per studiarne il servizio sanitario.; lo stesso anno venne nominato direttore dell’ufficio medico l’illustre scienziato Ettore Marchiafava, a cui si devono anche le “Istruzioni ai medici fiduciari”; questi medici svolgevano per conto dell’INA, presso le varie agenzie generali, le visite di controllo agli assicurandi, visite precedenti la sottoscrizione di una polizza vita e necessarie per la valutazione del rischio al fine della sua assunzione.

Dopo alcuni assestamenti aziendali, con le dimissioni di Ettore Marchiafava e la breve direzione di Vittorio Ascoli, nel 1925 la struttura medica dell’INA assunse un assetto definitivo e la denominazione di servizio sanitario(ufficio VI): Nel 1928 iniziarono le partecipazioni del servizio ai congressi nazionali ed internazionali mentre nel 1930 iniziò il programma di assistenza sanitaria agli assicurati, per il «collaudo» della loro salute; l’anno successivo iniziarono anche i concorsi per reclutare i medici della direzione, che si susseguirono annualmente. Nel 1935 venne istituito il primo centro sanitario regionale, a Torino, a cui ne seguirono altri in ogni capoluogo di regione e, dal 1939, furono anche istituiti dei sub-centri sanitari: tutti questi consultori di igiene e di medicina preventiva, dotati di moderne apparecchiature di laboratorio, avevano compiti sia squisitamente assicurativi (valutazione dei rischi) che di assistenza sanitaria prevista dai «buoni gratuiti biennali di visita» che INA dava ai propri assicurati.

Oltre queste attività pratiche il servizio sanitario supportò la direzione generale dell’INA nella propaganda per la medicina preventiva con la pubblicazione della rivista «L’Assistenza Sanitaria», pubblicata dal 1932 al 1943 sotto la direzione del suo fondatore, il capo del servizio sanitario Ilario Romanelli (nel 1943 subentrerà nella direzione Pietro Trottarelli). Sulla rivista bimestrale vennero pubblicati articoli e statistiche relativi all’assicurazione vita, redatti sia dai medici di direzione e da quelli fiduciari dell’Istituto, sia da dottori del mondo universitario e scientifico, italiano ed estero, sia infine dai servizi sanitari di altre compagnie assicurative, nazionali come le Assicurazioni Generali, ed europee come la Münchener Rückversicherungs-Gesellschaft e la Prudential. L’istituto nazionale pubblicò inoltre, in seguito ad appositi bandi, una serie di pregevoli monografie di medicina preventiva che miravano alla diffusione, fra tutti gli strati della società, delle nuove norme d’igiene atte a prolungare la vita umana nelle migliori condizioni di salute: «In compagnia di Igea», «Viver sani», «Salute, Tesoro della vita», «Sotto il platano di Coo», «Cuore sano e cuore infermo» e «Igiene della vita coloniale». Tutte queste pubblicazioni sono di grande interesse: la rivista «L’Assistenza sanitaria» per il suo possibile contributo allo studio del linguaggio scientifico (dall’apparecchio all’apparato), alla storia della medicina in rapporto alle assicurazioni vita in Italia, nelle colonie e nei paesi esteri in cui l’Istituto operava (soprattutto Grecia ed Ungheria ma anche Francia ed Egitto) ed infine all’analisi di discussi temi di epoca fascista come l’ortogenesi della razza. La rivista è anche notevole per la diversificazione degli stili di scrittura, per raggiungere tutte le fasce di pubblico: ad articoli in un rigoroso linguaggio scientifico si alternano saggi dove abbondano digressioni e citazioni letterarie (Lucrezio, Virgilio, Orazio, san Francesco, Leonardo, Leopardi, Carducci e molti altri). Per quanto riguarda le monografie invece queste sono di rilievo per lo studio delle fasce della società italiana alle quali erano dirette: alcune erano pensate per gli assicurati di polizze ordinarie, mentre altre per quelli di polizze popolari, altre ancora ideate esclusivamente per la nuova vita coloniale ma tutte, di riflesso, forniscono preziose informazioni sulla società italiana degli anni trenta.