Pasquale Revoltella – Un imprenditore visionario alle Generali
21 Luglio 2023
Pasquale Revoltella impersonifica lo spirito della Trieste ottocentesca: una città che si basa e trae la sua stessa ragion d’essere nei traffici mercantili, quindi una borghesia laica dedita ai commerci.
La città prende quota dopo il 1719 (con la patente di porto franco concessa dall’imperatore Carlo VI) e dopo il declino di Venezia diventa il porto e il centro dei commerci dell’Impero asburgico. Una città che gode della libertà religiosa e dalle mille opportunità, di cui Revoltella è esempio.
Un self-made man, da povero a commerciante di successo, banchiere, arguto finanziere seduto nel consiglio di amministrazione di due delle maggiori potenze economiche della casa d’Austria: le Assicurazioni Generali e la compagnia di navigazione Lloyd Austriaco.
Nasce a Venezia nel 1795 da una modesta famiglia di commercianti di carni che nel 1797 si trasferisce nel capoluogo giuliano.
Nel 1816, dopo una breve esperienza come magazziniere, inizia a lavorare nella casa di commercio del console svizzero Teodoro Necker, dove rimane per circa una decina d’anni. In seguito, apre un’attività propria e riesce, in breve tempo, a fare fortuna e godere di rispettabilità.
La fortuna e la rispettabilità di Pasquale Revoltella aumentano con la ditta di importazione di legnami e granaglie che fonda nel 1835, e gli consentono di acquisire diverse partecipazioni in molte società triestine. Con sei azioni è fra i primi azionisti di Generali, di cui nel 1837 diviene uno dei direttori, carica che conserverà fino alla scomparsa. Un ruolo importante in particolare dal 1835, dopo le dimissioni del primo presidente Generali, destinate a lasciare un vuoto istituzionale fino al 1909
Nello stesso periodo siede nel consiglio d’amministrazione del Lloyd Austriaco, dove entra in stretti rapporti con il barone Karl Ludwig von Bruck, uno dei fondatori e presidente della società di navigazione, nonché futuro ministro austriaco del commercio e delle finanze.
Ma l’impresa più ambiziosa della sua vita rimane la partecipazione alla costruzione del canale di Suez, nella convinzione che l’opera, congiungendo Mediterraneo e Mar Rosso, rechi enormi vantaggi alle linee commerciali marittime facenti capo a Trieste e all’Impero asburgico. Dal 1859, quando per iniziativa del francese Ferdinand de Lesseps è istituita la Compagnie universelle du canal maritime de Suez, Revoltella ha una parte attiva in questa grande impresa e, pur agendo per conto dell’Austria, giunge a impegnare nei lavori un ingente capitale personale, tanto da ottenere la vicepresidenza della società.
L’apertura del canale di Suez è il suo sogno, determinante nella personale visione dello sviluppo e progresso di Trieste e del porto.
A godere del progetto è l’intero “sistema Trieste”, in costante sviluppo economico e demografico da quando l’imperatore Carlo VI concesse alla città il privilegio di porto franco. Persone e capitali delle aree balcaniche e mediterranee più avanzate, dell’Austria e dell’Europa centrale, vengono attirati dalla posizione di intermediazione economica e commerciale di primo piano assunta da Trieste. Con l’apertura del canale di Suez, Generali espande i suoi mercati nel mondo: dal Mediterraneo orientale al Nord Africa, nei maggiori porti in Estremo Oriente e nelle Americhe.
In seguito alla pubblicazione di un suo studio sulla Partecipazione dell’Austria al commercio mondiale fu eletto nel 1864 a far parte della commissione incaricata di studiare lo sviluppo dei traffici triestini.
Uomo di grandi iniziative e di straordinaria energia, si può dire che la sua attività si estese a tutti i rami della vita commerciale e industriale di Trieste. Fu creato barone nel 1867, e, generoso mecenate già in vita, lasciò in morte tutta la sua cospicua sostanza al Comune di Trieste, per opere di beneficenza, destinando un forte legato alla creazione di quella scuola superiore di commercio che s’intitolò al suo nome e che il Governo italiano trasformò nell’università commerciale di Trieste.
Revoltella muore l’8 settembre 1869, circa due mesi prima dell’inaugurazione del canale di Suez.
Dopo la sua scomparsa, la residenza privata sarà per suo disposto destinata «ad uso esclusivo di un istituto di belle arti», recando «perennemente il nome Museo Revoltella»: l’ultimo dei suoi tanti atti di mecenatismo alla città che gli permise di diventare il “barone” Pasquale Revoltella.
Maggiori informazioni in A. MILLO, Pasquale Revoltella, in Generali nella Storia. Racconti d’Archivio. Ottocento, Venezia, Marsilio, 2016, pp. 206-211.