Generali - Targhe

Descrizione del materiale

Non si tratta di un fondo archivistico vero e proprio, ma di una piccola collezione di varia provenienza, che si articola in due tipologie: targhe incendio e insegne, agenziali e direzionali.
Una raccolta completa delle targhe del Gruppo Generali conterebbe idealmente su centinaia di pezzi. Si segnala che targhe incendio, comprese quelle Generali, oggetto di interesse da parte di numerosi collezionisti, sono presenti in musei privati italiani ed esteri o risultano acquistabili sul mercato antiquario, oltre a comparire ancora oggi su molti edifici in tutto il mondo.
L'uso delle targhe, o placche, incendio fu introdotto per la prima volta in Inghilterra nella seconda metà del XVII secolo, in conseguenza del grande incendio che distrusse gran parte delle case di Londra nel 1666. Affisse sopra l'ingresso delle case, ne attestavano la copertura assicurativa, a tutela dell'assicurato e anche a scopo deterrente contro possibili malintenzionati. In tempi in cui non esisteva ancora un servizio pubblico, indicavano ai corpi volontari di pompieri gli edifici dove intervenire.
A Trieste, e anche nel resto della penisola italiana, la prima compagnia a impiegare le targhe fu l'Azienda Assicuratrice, istituita nel 1822 da Giuseppe Lazzaro Morpurgo, che poi fu anche tra i fondatori delle Assicurazioni Generali nel 1831. L'uso da parte della Compagnia è attestato fin dai primi mesi di attività, come testimonia una polizza incendi del 28 marzo 1832 dove, nell'ammontare dei pagamenti, è conteggiata anche la consegna di tre placche.
Le circolari della Direzione Veneta di Generali riferiscono che a partire almeno dal 1904 le placche incendio venivano consegnate gratuitamente agli assicurati in Italia, affinché fossero affisse "in modo visibile al pubblico" (circolare n. 17/3 del 20 maggio 1904). In seguito all'emanazione delle leggi sulle tasse di bollo del 1915, 1923 e 1928, sembrò che ogni singola targa incendio dovesse essere munita del bollo di pagamento in abbonamento, anche se l'applicazione della tassazione fu molto dibattuta.
La circolare della Direzione Veneta n. 1190 del 20 novembre 1922 attesta la produzione anche di speciali placche "tumulti", con il medesimo scopo deterrente che avevano rivestito in origine le targhe incendio. Questa copertura fu adottata in conseguenza dei numerosi e rilevanti sinistri verificatisi in Italia nel periodo successivo alla fine della prima guerra mondiale e all'avvento del fascismo. Le targhe incendio venivano impiegate anche per attestare l'assicurazione dei covoni di grano.
Le targhe sono in ottone o latta, presentano diverse forme, ovali o più frequentemente rettangolari. Se ne conservano in molte lingue: italiano, tedesco, sloveno, croato, ungherese, greco per citare gli esemplari presenti in archivio, ma sono attestate anche in francese, serbo, ebraico, arabo, ecc. Riportano i simboli propri della storia delle Generali: l'aquila bicipite asburgica, su sfondo nero, e il leone di San Marco, su sfondo rosso; in molti altri casi è presente soltanto l'iscrizione con il nome della compagnia e della direzione di riferimento, Trieste o Venezia. Proprio questi elementi formali, insieme ad altre informazioni visibili sui pezzi, come la presenza del bollo in abbonamento, i nomi delle ditte produttrici delle targhe e le notizie ricavate dalla corrispondenza della Segreteria Centrale e dalle circolari, hanno permesso di proporre una datazione.
Da un'iniziale funzione meramente pratica, col tempo le targhe assunsero anche un ruolo comunicativo e pubblicitario, ed è per questo che il loro impiego arriva fino alla metà del Novecento. Infine, negli ultimi decenni del XX secolo da alcuni originali vennero ricavate delle riproduzioni, verosimilmente a scopo di omaggio o per l'organizzazione di mostre.
La seconda tipologia raccoglie quattro esemplari fra insegne agenziali e, forse almeno in un caso, direzionali. Risultano di dimensioni maggiori rispetto alle targhe incendio e in alcuni casi lo stato di conservazione si può definire ottimo.
L'arco cronologico coperto va dagli anni della fondazione della compagnia, per la presenza di un'insegna in terracotta con lo stemma asburgico e la denominazione "Assicurazioni Generali Austro-Italiche", fino ai giorni nostri con targhe tuttora in uso, che raffigurano il leone marciano.

Cause acquisizione e politiche di conservazione

Esemplari integri

Condizioni di accesso

Consultazione: secondo le modalità previste dal Regolamento
Modalità: autonoma su PC in sala di consultazione
Responsabilità: gli archivisti dell'Archivio Storico

Strumenti di corredo

Raccolta targhe Generali, a cura di Marco MARIZZA, 2019

Documenti in copia

tipologia riproduzioni: disco ottico

Bibliografia

  • Le targhe incendio in Italia
  • Footprints of Assurance

Ordinamenti

tipo di ordinamento interno all'aggregazione: ordinamento cronologico
descrizione del principio interno di aggregazione: Per ogni esemplare è collegata la relativa immagine

Archivio Storico Generali

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