Un’idea geniale. Per due soldi, lettori miei, lettrici mie, per due soldi e niente altro …

19 Agosto 2021

Approfondimenti Archivio Storico Generali

Così esordì Matilde Serao sulle pagine de «Il Mattino» di Napoli nel 1899. «Per soli 10 centesimi» continuava la famosa giornalista (la prima donna italiana ad aver fondato e diretto un quotidiano, Il Corriere di Roma, e pluricandidata al premio Nobel per la letteratura) «voi potete giovarvi di quest’idea geniale: i soliti due soldi che, gittati nella fessura di una macchinetta automatica, invece di darvi la veduta di un paese, di cui non v’importa niente, o un mediocre cioccolatino, o una cattiva caramella, vi danno, nientemeno, che un’assicurazione contro gli infortuni».

Generali ebbe la lungimiranza di acquisire per prima la tecnologia di un’azienda all’avanguardia e di promuoverla in una fase specifica della storia italiana, quella del “decollo industriale”, installandola a Napoli, come ricorda l’illustre scrittrice, come nelle stazioni principali del paese, per dar modo ai passeggeri di tutelarsi contro gli infortuni quando si spostavano: una garanzia di rimborso in modo automatico e istantaneo, senza bisogno di firme e complicazioni burocratiche. Un’assicurazione on demand ante litteram.

Si tratta, infatti, di un distributore automatico di polizze infortuni. Opera d’ingegno della ditta milanese Ceretti & Tanfani, specializzata nella realizzazione dei trasporti sospesi, era visibile nelle principali stazioni ferroviarie italiane fino agli anni Venti del Novecento.

Tiicket [1898]

Il distributore fu presentato per la prima volta al grande pubblico all’Esposizione generale italiana di Torino del 1898 dall’Anonima Infortuni di Milano, compagnia del Gruppo Generali fondata nel 1896. Collegata al titolo di viaggio, la polizza veniva erogata dopo aver introdotto nel distributore una moneta da dieci centesimi, e valeva ventiquattro ore dalla data di erogazione del ticket. L’assicurazione copriva eventuali infortuni subiti durante il tragitto in treno o in battello a vapore.

L’Archivio di Trieste conserva alcuni documenti che fanno da cornice a questa primizia ingegneristica, collegati appunto all’Esposizione di Torino, mostra internazionale legata alle celebrazioni per il cinquantenario dello Statuto albertino: alcuni ticket, le condizioni di polizza, la brochure e il piano generale dell’Esposizione, nonché l’opuscolo pubblicitario della società espositrice e relativi bozzetti.

Semplici testimonianze, ma di grande valore storico, che attestano come le grandi esposizioni universali siano da sempre una vetrina sul mondo: opportunità di confronto e indici preziosi del grado di sviluppo dei paesi espositori, con la loro ricchezza di invenzioni e vere e proprie mirabilia.