Storia dell’archivio

La nascita dell’Archivio Storico INA è strettamente legata al Cinquantenario dell’Istituto stesso. Nella seduta del 27 aprile 1961 il Consiglio di amministrazione dell’ente pubblico fondato da Giolitti nel 1912, all’approssimarsi dell’importante ricorrenza, delibera una serie di iniziative culturali fra cui l’istituzione di un Archivio Storico per conservarvi “documenti, bozzetti per la riproduzione a carattere propagandistico, stampe, fotografie, lettere, relazioni, pubblicazioni, monografie, films, cimeli e quanto altro possa avere contenuto o significato rilevanti per la storia dell’Ente”.

Nel 1966, con l’ordine di servizio n. 1362 del 7 febbraio, l’Archivio Storico diventa un ufficio posto alle dipendenze del Servizio Stampa e Propaganda; il suo scopo principale è continuare il recupero della documentazione utile alla ricostruzione storica.

Nel 1987, in occasione delle celebrazioni per il settantacinquennio dell’INA l’Archivio Storico rappresenta ancora un importante fattore identitario e di politica culturale come rileva il presidente del tempo, Antonio Longo, presentando l’inventario delle carte del suo lontano predecessore Bonaldo Stringher: “disporre di un Archivio Storico è diventato per le grandi imprese un punto programmatico che è anche un fattore di identità (…) realizzare un’azione sistematica di reperimento e selezione della documentazione presente a diversi livelli della struttura aziendale, organizzare un Archivio Storico atto a riceverla e gestirla, procedere ad una inventariazione dei documenti (…): questi i diversi momenti della politica archivistica in atto presso l’INA”.

Negli anni Novanta, dopo la trasformazione dell’INA in società per azioni insieme ad altre privatizzazioni di società come ENEL, ENI ed IRI e dopo che nel 1993 la Soprintendenza Archivistica per il Lazio dichiara di notevole interesse storico tutto il complesso archivistico dell’Istituto, l’Archivio Storico acquisisce anche una nuova funzione all’interno del flusso documentale dell’azienda. Infatti, in seguito al censimento degli archivi di tutti i servizi effettuato per l’Istituto dal Centro Studi per la Documentazione Storica ed Economica dell’Impresa, viene redatto un massimario di conservazione in cui l’Archivio Storico viene indicato come protagonista sia nei processi di conservazione che di scarto, funzione questa portata a conoscenza di tutto il personale della Direzione con l’ordine di servizio n. 2100 del 15 luglio 1996 dove si ricorda come “nell’ambito del Servizio Documentazione [sia] operante la funzione di gestione dell’Archivio Storico che si occupa delle necessarie attività di reperimento, selezione e classificazione dei documenti. Tutti i Servizi della Società dovranno rivolgersi a detta funzione per acquisire indicazioni certe – tramite l’applicazione del Massimario di conservazione e del Regolamento per lo scarto – per lo sfoltimento della documentazione cartacea nonché per una corretta tenuta degli archivi correnti e di deposito”.

Nei primi anni 2000 l’Archivio Storico riceve il versamento da parte della società che aveva ereditato il patrimonio immobiliare dell’INA, dopo la precedente cessione del ramo d’azienda avvenuta nel 1998, dell’archivio della gestione immobiliare divenuto il Fondo Storico Immobiliare. Si tratta di un fondo di grande interesse avendo l’Istituto edificato o acquistato un immobile in quasi ogni capoluogo di provincia; fra gli interventi edilizi basti ricordare gli edifici di Roma in via della Conciliazione e corso del Rinascimento.

L’Archivio storico INA acquisisce la denominazione di INA-Assitalia in seguito alla fusione nel 2006 di INA SpA e Assitalia – Le Assicurazioni SpA, la storica società per il ramo danni fondata nel 1923 con il concorso dell’Istituto, il cui complesso documentale è stato dichiarato di notevole interesse storico nel 2000. Da ricordare inoltre che in Assitalia sono confluite nel corso del tempo altre società di assicurazioni controllate dall’Istituto come Fiumeter (già Fiume e Terra) e Praevidentia.