Alla scoperta di antiche grafie. Quando alle Generali si scriveva in gotico tedesco

01 Settembre 2017

Approfondimenti Archivio Storico Generali

In un archivio dal carattere mitteleuropeo non possono mancare documenti in gotico tedesco.

I verbali degli organi dei vertici aziendali del 1835 testimoniano il contrasto fra il primo presidente di Generali, Giovani Cristoforo Ritter de Záhony, di Francoforte, e il consultore legale Giovanni Battista de Rosmini, che sarà poi alla guida del gruppo sino al 1847. Lo scontro avvenne anche sul piano linguistico, con l’uso del tedesco nella cosiddetta Kurrentschrift, la forma corsiva della scrittura gotico tedesca (Fraktur), in aperta rottura, quindi, con l’italiano sempre impiegato nei verbali direzionali.

Introdotta nel XVI secolo e utilizzata fino alla prima metà del Novecento, questa grafia si diffuse in tutti i paesi sotto l’influenza austriaca o tedesca, e anche se dal 1831 fu stabilito che la lingua degli atti ufficiali di Generali fosse l’italiano, essa è molto presente nella documentazione di servizio conservata in Archivio.

Non sempre di agile lettura, in particolare nei documenti meno recenti, la Kurrent si rivela in genere più regolare e semplice nelle carte di fine Ottocento e fino agli anni della prima guerra mondiale.

I volumi della Segreteria centrale conservano la corrispondenza scambiata fra la Direzione di Trieste e le varie agenzie nei territori dell’Impero, attestando una volta di più come il tedesco, in questa particolare veste grafica, fosse la lingua franca in uso dall’Austria-Ungheria fino alla Galizia, alla Bucovina e alla Germania. Sono così toccate, e unite fra loro, le sedi di Trieste, Vienna, Amburgo, Lipsia, Graz, Budapest, Praga, Bratislava, Cracovia, Leopoli, Czernowitz, Zagabria e Belgrado, per citare le più importanti. Documentazione delle agenzie dell’Impero è presente anche nel fondo del Servizio del personale, insieme alle posizioni individuali dei singoli impiegati (ricordiamo quelle di due illustri scrittori: Franz Kafka e Leopold Perutz), così come nella notevole raccolta di polizze che l’Archivio Storico conserva e che illustra alcuni aspetti dell’attività nei rami vita, trasporti, incendi.